In questi ultimi mesi si è sentito molto parlare del “work life balance”, un concetto abbastanza semplice in prima lettura che ha lo scopo di analizzare come la qualità della vita sia influenzata dal lavoro che svolgiamo.
Ci sono settori in cui il concetto di Work Life Balance, soprattutto negli ultimi anni ha avuto un peso particolarmente importante con conseguenze negative in termini di domanda del lavoro.
La ristorazione, per i motivi che ben conosciamo è uno dei settori più colpiti da questo problema.
Un’analisi approfondita sul tema richiederebbe molto tempo. Le difficoltà nel nostro settore nascono per diversi motivi che hanno radici storiche ed economiche legate ad un modello economico che oggi non esiste più.
Immediatamente dopo il post covid abbiamo assistito ad una fuga abbastanza importante di lavoratori dal settore ristorazione che ha causato un’esplosione della domanda che, ancora oggi non è soddisfatta da un’offerta esauriente. Le attività stagionali stanno soffrendo tantissimo per la carenza di personale e, nei casi peggiori, alcune hanno addirittura dovuto chiudere i battenti.
Potremmo discutere ore sui “colpevoli” di questa situazione tirando in ballo gestori sprovveduti, dipendenti svogliati, aumento dei costi di gestione, tassazione eccessiva, guerra, COVID e mille altre cose ma questo non servirebbe comunque a risolvere il problema.
Il dato di fatto è che molti ristoranti devono prendere in considerazione uno stravolgimento del proprio modello di business per far fronte a tutte le difficoltà che questo particolare periodo storico e sociale sta generando.
Sono problemi tangibili, nell’ultimo anno, durante le attività di formazione e consulenza ho incontrato almeno un centinaio di imprenditori della ristorazione e il “fil rouge”, purtroppo, era sempre lo stesso, alla amia domanda: “quali difficoltà state riscontrando in questo periodo?” la risposta è stata sempre la stessa “siamo sotto organico, non troviamo personale e non troviamo, soprattutto, personale qualificato”.
Chi ha partecipato a momenti di formazione con me, può essere testimone di quello che dicevo sia durante i lockdown che immediatamente dopo ovvero che la difficoltà maggiore, al momento del ritorno alla “normalità”, sarebbe stata inerente alla ricerca di personale.
Non sono né un profeta né un veggente ma analizzando il mercato, e non solo quello italiano, la tendenza era chiara fin da subito.
Come ho detto all’inizio le maggiori difficoltà derivano principalmente da un modello di business errato che andrebbe affrontato caso per caso al fine di risolvere le maggiori criticità che limitano il nostro business.
Però, come è vero che, mettere mani al modello di business è qualcosa di particolarmente complesso che non si può fare da un giorno all’altro è altrettanto vero che possiamo intervenire sulle procedure di cucina al fine di rendere migliore il flusso delle nostre attività lavorative con notevole vantaggio in termini di “ore” a beneficio del personale.
Non è un processo facile, ci mancherebbe, ma è attuabile da subito attraverso un’analisi dei singoli processi che il più delle volte hanno ampi margini di miglioramento.
Questo miglioramento si tradurrà in un ambiente lavorativo migliore, con benefici sul concetto di “work life balance” e incremento dei margini per l’azienda, che, non fa mai male. Come si suol dire, 2 piccioni con una fava… che se volte farci una ricetta potrebbe essere di buon auspicio! 😉
Per affrontare questi temi a breve sarà attivo un podcast nel quale vi parlerò in modo più approfondito di “pianificazione e organizzazione” del lavoro ed in inverno uscirà il mio Libro che attualmente è in fase di editing… ma su questo, non voglio ancora svelarvi nulla 😉
Mi raccomando, se non vi siete ancora iscritti al gruppo privato FATELO!!!
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A presto!
Enrico
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